Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni – Settima edizione

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L’amministrazione comunale celebra il 4 Novembre con i ragazzi delle scuole di Santa Croce e Staffoli

5 Novembre 2024

Un 4 novembre carico di significati, in parte riscoperti, in parte confermati, quello che ha celebrato l’amministrazione comunale di Santa Croce sull’Arno rappresentata dal sindaco, dagli assessori e da alcuni consiglieri comunali erano infatti presenti Toni Castellani, Matteo Pieracci, Simona Pratesi, Mariangela Bucci e Angelo Scaduto. Hanno partecipato inoltre le varie associazioni del territorio, i rappresentanti della forze dell’ordine, i reduci ed ex combattenti e soprattutto erano presenti i ragazzi delle classi terze delle scuole secondarie di primo grado dell’istituto comprensivo di Santa Croce sull’Arno. Le celebrazioni sono cominciate intorno alle 10 ai giardini sull’Arno, al cippo che ricorda i caduti della Prima Guerra mondiale per poi proseguire al cimitero comunale e infine a Staffoli, al monumento delle vittime della Prima Guerra, prima al parco della Rimembranza e poi in piazza Panattoni.
Ospiti delle celebrazioni tanto a Santa Croce quanto a Staffoli, sono stati i ragazzi della terza media, che non solo hanno partecipato ma hanno anche intonato in coro l’inno d’Italia.
Particolarmente significativo e a tratti anche toccante, il breve intervento del sindaco Roberto Giannoni che ha cercato di ridare slancio al significato del 4 Novembre, ma ha anche ricordato l’importanza della pace. “Oltre un secolo fa, per l’esattezza a Villa Giusti con un armistizio, si poneva fine alla Grande guerra. Circa 650mila italiani morirono tra il 1915 e il 1918, oltre quelli che persero la vita per le ferite guerra dopo la fine del conflitto. Purtroppo – ha continuato Giannoni – non si firmò una pace, ma un armistizio, una sospensione del conflitto, che circa venti anni dopo riportò l’Europa e il mondo, in una Seconda Guerra mondiale. Oggi siamo a onorare quei morti del 15-18, le forze armate e a festeggiare la giornata dell’Unità nazionale, ma questo giorno oltre alle doverose celebrazioni, che lo stesso capo dello Stato, Sergio Mattarella, pochi anni fa ha voluto ribadire chiedendo una legge istitutiva, non deve essere un richiamo a spinte bellicose, nazionaliste e intolleranti, ma anzi un monito ad aver bene presente che la nostra società deve cercare la pace. In pace, come ci insegnarono dopo il 1945 i padri fondatori dell’Unione Europea, tra cui spicca il nome del nostro Alcide De Gasperi, è possibile crescere tutti insieme, è possibile progettare un mondo migliore per i nostri figli, in guerra tutti abbiamo qualcosa da perdere. Oggi, che dopo poco più di un secolo della Prima Guerra mondiale l’Europa si trova con un conflitto ai confini orientali, mentre il vicino Medio Oriente è squassato da tragici eventi, il valore della pace deve essere più che mai presente nella nostra azione, che sia locale o nazionale.
Non dobbiamo permettere che questi due focolai possano diventare l’inizio di un’escalation, ma anzi devono intraprendere un percorsi di pacificazione”.
“È giusto – continua il primo cittadini – oggi celebrare le nostre Forze Armate, ma è giusto celebrarle soprattutto nel ruolo di costruttori di pace, a cui adempiono con abnegazione e impegno personale in zone calde del mondo a sostegno delle popolazioni civili alle volte anche pagando con la vita”.
“Ecco il valore della pace, al di là della retorica, – conclude Giannoni – va cercato nella politica a tutti i livelli e nella nostra azione quotidiana. Non ci può essere pace se non c’è, ancora prima la volontà di comprendere le ragioni dell’altro, di riconoscere dignità al prossimo. Solo da una reciproca comprensione e dalla successiva mediazione può nascere la pace e la pacifica convivenza tra popoli, ma anche tra le persone che hanno visioni diverse. Celebriamo quindi questa festività, ricordiamo i nostri caduti e i nostri militari in servizio, ma sempre con l’idea di dire mai più una guerra, perché niente vale più del rispetto delle persone e della vita umana”.

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